Una bicicletta imborghesita dalla presenza delle luci. Per lei ormai è troppo tardi. |
È facile trovarsi tra ciclisti a parlare di cosa dovrebbero/non dovrebbero fare gli altri utenti della strada per la nostra sicurezza. E invariabilmente si finisce a parlare di come tutte le “categorie” diverse dalla nostra siano ottuse, refrattarie al cambiamento, di vedute tutt’altro che larghe. Ad esempio, la maggior parte dei ciclisti è convinta del fatto che nessun automobilista vorrebbe vedere abbassato il limite di velocità da 50 a 30 km/h., che tutti i motociclisti siano stronzi, che tutti i guidatori di un mezzo motorizzato (*coff coff* tra i quali sono compresi il 95% dei suddetti ciclisti *coff coff*) escano la mattina con l’intenzione di mettere sotto qualche dozzina di ciclisti.
Sto esagerando? Neanche tanto.
Ehi, ma ora che ci penso questo atteggiamento è un “fare di tutta l’erba un fascio” che di solito si addice agli automobilisti, non certo ai ciclisti, unici portatori della verità, infallibili messaggeri di pace la cui apertura mentale è estrema.
Già. Certo.
Avete mai provato ad andare in un gruppo di ciclisti e dire “Sapete, i ciclisti dovrebbero portare le lucine, di notte.”? No?
Beh, io l’ho fatto.
Le risposte sono state, nell’ordine:
- eh, ma i lampioni che ci stanno a fare;
- eh, ma i fari delle auto che ci stanno a fare;
- eh, ma sono gli altri che devono stare attenti;
- eh, ma basta con questo servilismo verso l’automobile;
- eh, ma i fari snaturano la bici;
- eh, adesso manca solo che andiamo in giro come alberi di Natale.
Poi ovviamente il tutto finisce in vacca, grazie ai soliti noti che postano foto di SUV - colpevoli di essere SUV – o battute sarcastiche perfettamente inutili ai fini del discorso.
Io non vorrei commentare queste risposte, ma mi vedo costretto a farlo.
Allora, ”l’accusa” non l’ho scritta perché non sapevo che cazzo fare. Semplicemente sono stufo di sentire automobilisti lamentarsi (giustamente) di come i ciclisti di notte non si rendano visibili; ed io sono più che convinto del fatto che più ciclisti sono visibili di notte, più gli automobilisti rallentano e diventano prudenti.
Questo vuol dire mettersi al servizio delle auto? Col cazzo.
Allora vuol dire imborghesire la bici? Col cazzo.
Le luci e il giubbottino catarifrangente sono ininfluenti ai fini della sicurezza dei ciclisti? Non credo proprio.
Il discorso su come certe cose possano snaturare l’idea stessa della bicicletta (discorso davvero molto interessante) poteva anche starci fino ad un certo punto. Sì, fino a quando si è voluto mettere sullo stesso piano – da una parte - due lucine da 3 € l’una e un giubbotto catarifrangente da 5 € e – dall’altra parte - l’obbligatorietà della targa, del casco o di un bollo da pagare.
Ma sapete quale è la cosa peggiore? Questa discussione è solo l’ennesima conferma di come il modo di ragionare di gran parte degli italiani sia esprimibile nella frase “Le regole cominciamo a farle rispettare agli altri.”
Lo stracazzo di concetto che non vuole entrare nella mente del popolo italiano. |
Non saranno certo questi (spiacevoli) episodi a togliermi la voglia di andare in bici; certo, è triste constatare che - gira e rigira - siamo sempre lì. Nessuno che pensa di rispettare le regole per primo, nessuno che riesce a fare un commento senza tirare in ballo le infrazioni che compiono gli automobilisti. E con questi modi di pensare non si va da nessuna parte, il popolo non matura.
Semplicemente, quando si esige rispetto prima lo si deve mostrare. Ed è per questo che andrei cauto con le critiche agli altri utenti della strada, quando noi per primi siamo refrattari alle regole.
Comunque, per farvi una vostra idea personale senza che il sottoscritto vi influenzi, eccovi la discussione completa. Tirate voi le somme.
Nessun commento:
Posta un commento